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Non è un segreto che Trump continua la tradewar con la China ed il fulcro è la parte legata all’intelligence ed allo sviluppo di reti 5G senza apparati cinesi. L’influenza di Trump sugli alleati è stata capace di far escludere Huawei e ZTE in primis, ed altri produttori di apparati cinesi dalla corsa al 5G nei paesi europei.
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La notizia di oggi è:
Il 5G e il piano di Donald: affidare le reti al Pentagono
Corriere della Sera 14 Oct 2020di Massimo Gaggi
Nello scontro politico e tecnologico con la Cina, Trump cerca di frenare il primato di Pechino nelle reti 5G. Ma è difficile convincere i Paesi alleati a non acquistare i sistemi cinesi quando non si può offrire un’alternativa valida. E allora, visto che le imprese vanno ognuna per la propria strada e non investono abbastanza, il presidente si rivolge al Pentagono. Già incaricati di schermare l’America dalle interferenze straniere nel processo elettorale grazie al Cyber Command e di sviluppare, grazie all’Air Force, un software anti fake news, ora i militari vengono chiamati a costruire una rete di telecomunicazioni 5G. Una nazionalizzazione dell’infrastruttura tecnologica più avanzata del Paese sarebbe uno choc per il capitalismo americano. Ma da tempo a Washington si parla di un intervento pubblico in questo campo. I tentativi degli ultimi due anni — creazione di una rete pubblica o di un consorzio nazionale nel quale far confluire i big del settore, da AT&T a Verizon, a TMobile — si sono arenati per la ribellione delle imprese e per l’opposizione sotterranea dei repubblicani, allergici a ogni intervento statale in economia. Ma la necessità di contrastare la supremazia cinese nel 5G si fa sempre più pressante. Così il capo di gabinetto di Trump, Mark Meadows, è tornato alla carica, stavolta tirando in ballo i militari: toccherebbe alla Difesa creare una rete nazionale che poi distribuirebbe la capacità di trasmissione non necessaria per la sicurezza nazionale ai vari gestori di wireless network. La rete dovrebbe essere creata da una società privata che gestirà una commessa federale e utilizzerà frequenze di proprietà della Difesa. Molte ancora le resistenze e Trump è a fine mandato. Ma per gli analisti stavolta si andrà avanti anche se diventerà presidente Biden che sul 5G ha posizioni non troppo diverse da quelle del presidente. Mentre l’ex capo di Google, Eric Schmidt, molto influente tra i democratici, definisce il 5G «un’emergenza nazionale».