La risposta al parlamentare europeo Antonius Manders (PPE) fornita dalla commissaria europea antitrust Margrethe Vestager in merito di guida da parte di un operatore verticalmente integrato di una rete unica nazionale italiana derivante dalla fusione di TIM e Openfiber sta generando una serie di false convinzioni.
1) si dice che la vestager abbia cambiato idea ma non è vero. Anzitutto ha sempre anticipato di non conoscere i dettagli dell’operazione e quindi non può giudicare nel merito (da agosto 2020 a feb2021 non è cambiato nulla).
Vestager si è sempre limitata a dire che la guida da parte di un operatore verticalmente integrato comportava il venir meno degli sgravi regolamentari che sono previsti dal codice per un operatore wholesale only.
2) quindi si può fare una rete unica a guida TIM? Ma certo! Il punto è che ci saranno delle conseguenze per questa fattispecie. La prima è che non solo non ci sono sgravi perchè non è w.only, ma soprattutto ci saranno altri remedies competitivi derivanti dalla concentrazione di imprese (analisi, ricorsi, tempo perso). Infatti, mentre adesso Fibercop adesso non rappresenta una concentrazione (è ancora 100% tim, comunque si tratta di intese con partner vari e vanno analizzate sotto il profilo antitrust), diverso discorso per Accessco dove ci saranno partecipazioni.
3) Nel caso di Fibercop+Openfiber+CDPE= AccessCo la questione interessa il profilo delle concentrazioni? Si, a quel punto la questione antitrust si avrebbe sia se tim avesse il 50,1% di accessco (conferendo peraltro a fibercop anche la rete primaria), sia se non avesse il controllo. Andrebbero ridisegnati tutti i processi, salterebbero eventuali accordi di coinvestimento in corso su Fibercop, si innescherebbero procedure europee, italiane ecc insomma un enorme ritardo aggiuntivo.
Lo aveva già detto a ottobre 2020: “non è impossibile” ma “dipende molto da come vengono impostate le cose”.
TLC: VESTAGER, SU RETE UNICA NO PRECLUSIONE PER OPERATORE VERTICALMENTE INTEGRATO
Se operazione ha dimensioni comunitarie va notificata (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 10 feb – Le norme europee non precludono l’integrazione verticale che si creerebbe con la fusione tra la rete di Tim e Open Fiber con la prima in maggioranza nel nuovo veicolo. Rispondendo a un’interrogazione parlamentare, la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, a proposito dell’operazione spiega che “l’articolo 80” del Codice delle comunicazioni elettroniche “prevede alcune forme di franchigia regolamentare per le imprese con potere di mercato significativo attive solo sul mercato all’ingrosso, ma non preclude l’integrazione verticale in quanto tale”. Tuttavia, “se l’integrazione tra Tim e Open Fiber “dovesse avere una dimensione comunitaria, dovra’ essere notificata e valutata dalla Commissione in base alle norme europee”.
La Commissione prende atto, inoltre, che “i negoziati riguardanti un’eventuale fusione di Tim e Open Fiber sono ancora in corso”e ribadisce che “se l’operazione e’ una concentrazione ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni e soddisfa le soglie di fatturato richieste ivi fissate, le parti sono obbligate a notificare tale operazione alla Commissione, che valutera’ poi attentamente gli effetti sulla concorrenza. Tuttavia, la Commissione segue da vicino gli sviluppi ad oggi, non ha ricevuto alcuna notifica di questo tipo”.