Scambiarsi un libro è un gesto intimo che serve a volte per scoprirsi un po’.
Io lo faccio spesso, quando posso, quando mi sento ispirato. E di solito trovo che donare un libro che si è letto e riceverne uno in cambio, sia un modo possibile per conoscersi, per intuire cio’ che non si vede e magari, trovare conferme a ciò che si pensa di sapere.
Alta Fedeltà di Nick Hornby è stato per me il primo esempio di baratto culturale basato sulle regole or ora descritte. Ho alleggerito la mia libreria personale di un libro pesante anche se non so dire se all’epoca dei fatti fosse davvero il mio libro preferito. So solo che donarlo mi ha fatto sentire nudo, prodigo. Della serie: “Mi hanno scoperto”. Sono corso – ed è normale – subito in libreria a ricomprarlo, ma è chiaro che ad averlo così nuovo di zecca tra le mani, intonso, era come se avesse perso la magia del mio tratto sulle frasi piu’ pregnanti.
Piu’ che un romanzo è un grande percorso musicale. Leggerlo oggi, significa tenere aperta la pagina di Youtube per ascoltare le canzoni che vengono via via citate per poi scoprire che in quella musica c’è anche un po’ del personaggio e le sue contraddizioni.
Ecco quindi cosa posso dirvi di Alta Fedeltà. E’ un’enorme analessi introspettiva e sfuggente. Per almeno tre quarti, il romanzo sembra piu’ un diario… anche se di fatto non lo è. Se poi il referente è davvero questa Laura – cosa che capiremo solo alla fine – di certo il lettore si sente chiamato piu’ volte in ballo. Deve prendere una posizione su molte questioni. E non è un caso che poi ci si possa sentire partecipi di certe vicende, che a tratti hanno il sapore amaro di certe esperienze che la vita ineluttabilmente ci regala.
Gentile Dario, ti interesserebbe collaborare al nostro “IL Culturista”?
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Sei davvero molto gentile ma non credo di avere tempo. Intanto puoi tranquillamente prelevare da questo blog tutti i contenuti che ritieni opportuni per la tua iniziativa. Ciao, Dario