L’intervento di TIM ed Infratel nelle aree grigie

Oggi facciamo un FOCUS AREE GRIGIE partendo da 3 notizie interessanti:

– agcom ha dato via libera a FiberCop (rete secondaria TIM + KKR+fiberflash)


– TIM dichiara di coprire le aree grigie con FIBERCOP (in fibra con KKR e FW) 


e dove non va come Fibercop va come TIM in FWA (è auspicabile che questi piani li abbia dichiarati ad Infratel prima per non ricadere nell’ennesimo illecito antitrust).


– Lato Infratel, Bellezza dichiara che nelle aree grigie infratel si muoverà a metà 2021 e solo in zone limitatissime perchè il 90% delle aree grigie è coperto dai piani operatori (che stavolta non si sono fatti fregare e hanno mandato i piani a Infratel nella consultazione apposita).

Dunque dobbiamo immaginare che TIM stavolta non abbia fatto come in epoca Cattaneo e abbia davvero mandato i piani aree grigie senza spostare investimenti.
La cosa ha una grande rilevanza anche per la “Rete unica” che eventualmente potrebbe coinvestire in aree dove non c’è piu’ di una rete FTTX, quindi dovrebbe andare nelle aree grigie perchè in quelle bianche ci va o ci  andrà infratel/OF e quelle nere sono coperte. Ferrmo restando che “sbiancamenti” o “grigiori” potrebbero apparire al momento in cui si cambia il parametro fondamentale dato dalla definizione europea di VHCN.


intanto una definizione terminologica che vale adesso:
– le aree bianche sono aree prive di reti ultra broadband, dove gli investitori privati non intendono investire nei prossimi tre anni;
– le aree grigie sono aree in cui è presente o verrà sviluppata nei prossimi tre anni una rete ultra broadband da parte di un solo operatore privato.
– le aree nere sono aree in cui sono presenti o verranno sviluppate nei prossimi tre anni almeno due reti ultra broadband di operatori diversi.


per trovare le aree del territorio considerate grigie ci dobbiamo rifare alla consultazione di Infratel:
Nel seguito i file di dettaglio con la copertura al 2018 e al 2021: Nei file le due colonne cat_18 e cat_21 rappresentano le coperture al 2018 e al 2021 secondo le categorie NGA e NGA-VHCN. lo trovi qua di tutta Italia https://www.infratelitalia.it/archivio-documenti/documenti/monitoraggio-della-consultazione-pubblica-aree-nere-e-grigie-2019-mappatura-per-civico
Come dicevo, Infratel ha indetto una consultazione pubblica sulle aree nere e grigie e gli esiti li trovate qui: https://bandaultralarga.italia.it/wp-content/uploads/2020/06/consultazione-2019-Maggio-2019-def-v3.pdf


NGA tradotto semplicemente vuol dire Next generation access in FTTC, FTTH o FWA con prestazioni superiori ai 30 Mbps.

NGA VHCH (very high capacity network) è FTTH o come minimo FTTdP-fiber to distribution point  (quindi sono esclusi FTTC e VDSL2) con velocità superiore ai 100 Mbps e aggiornabile a 1 Gbps

Essendo entrato in vigore il nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche, ci sono delle variabili dettate dalle autorità di regolazione che si raccolgono in un organismo chiamato BEREC.

Quindi le WHCN very high capacity network sono regolate in Europa dal BEREC che in una bozza di documento ha chiarito che per avere una rete WHCN devi rispettare almeno 1 di questi tre parametri:

  • Qualsiasi rete che fornisce una connessione wireless con la fibra ottica che arriva fino alla base station
  • Qualsiasi rete che fornisca una connessione di linea fissa in grado di assicurare, nelle normali condizioni di picco, servizi agli utenti finali con la seguente qualità di servizio: almeno 1 Gbps in downstream, almeno 200 Mbps in upstream, latenza media uguale o inferiore a 10 ms, disponibilità del servizio uguale o maggiore al 99,9% annuo (e altri parametri)
  • Qualsiasi rete che fornisca una connessione wireless in grado di erogare, nelle abituali condizioni di picco, servizi agli utenti finali con la seguente qualità di servizio: almeno 150 Mbps in downstream, almeno 50 Mbps in upstream, latenza media uguale o inferiore a 25 ms, disponibilità del servizio uguale o maggiore al 99,81% annuo (e altri parametri)

Leggiamo quindi adesso e in parallelo le tre notizie di oggi e facciamoci un’idea di come andranno le cose per i prossimi tre anni nelle aree grigie:


(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 22 ott – Entro il 2020 Tim arrivera’ con l’Fwa (tecnologia mista fibra-radio) nelle aree grigie che non saranno coperte da Fibercop.

Il piano di Telecom Italia per portare la fibra in queste zone si sviluppera’ infatti secondo due direttrici principali. Da un lato c’e’ il progetto di cablare la maggior parte di queste zone da parte di FiberCop, la societa’ della rete secondaria che oggi ha avuto il primo disco verde dall’Agcom. Dall’altro lato c’e’ un piano interno del gruppo di arrivare con l’Fwa nelle zone restanti, secondo quanto risulta a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) entro il 2022.

Alla newco FiberCop, che al momento non ha ancora visto luce, partecipa il fondo americano col 38% e Fastweb con il 4,5 per cento. La partenza del piano di FiberCop, secondo quanto si apprende, e’ attesa nel secondo trimestre visto che entro il primo trimestre e’ prevista la creazione della rete unica in fibra.


(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 22 ott – I bandi per le aree grigie, cioe’ le zone dove e’ previsto nel giro di tre anni l’investimento in fibra di un solo operatore, “sono previsti nella prima meta’ del 2021”. Lo annuncia, dopo l’ultima riunione del Cobul, Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia. “Secondo le regole comunitarie, dopo la deliberazione del Cobul e’ necessario – spiega nel corso dell’intervista con DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School – presentare un piano di intervento da sottoporre a consultazione e notificare alla Commissione Ue per la necessaria approvazione. Condividiamo l’esigenza di una semplificazione delle procedure previste che sarebbe auspicabile considerando le esigenze diffuse di connettivita’ che viviamo nel Paese”.

Bellezza sottolinea anche che, in base ai risultati della consultazione pubblica, gli operatori intendono investire nel 90% delle aree grigie. Restano, dunque, “spazi limitati per l’intervento pubblico”
.