Ancora Hornbyyyy?
Si. Ancora Hornby.
E’ il mio modo di leggere. Una volta individuato l’autore si deve scorrere in lungo e in largo tutta la sua opera per apprezzarlo meglio. E’ stato così per Andrea De Carlo. E’ stato così per Fabio Volo. Sono libri che non costa molto leggere e il tempo se li inghiotte.
Con Hornby un po’ meno… nel senso che “Tutto per una ragazza” è un libro che non andrebbe letto in 6 ore ma andrebbe assimilato.
Questo perchè credo che sia difficile calarsi in certe situazioni se non le si è vissute. Digrazie pure, se vogliamo, a cui forse non ci facciamo piu’ caso perchè viviamo nella convinzione che in un contesto sociale certe cose capitino sempre agli altri e mai a noi.
E così non sappiamo bene se “Tutto per una ragazza” è la storia di un ragazzo-padre che a sua volta è figlio di una ragazza-madre. O forse è la storia dei rispettivi genitori di questi adolescenti impazziti? Chissà…
C’è poco da leggere perchè questo romanzo piu’ che altro fa pensare.
Pensare che un giovane parli con un poster in camera da letto è possibile. Ma si fa fatica ad immaginare un quindicenne che si esprime con un registro da adulto. Ecco, forse Hornby qui ha sbagliato. Ha sbagliato nel prestare al protagonista un afflato maturo e responsabile. Un quindicenne che pensa come un cinquantenne toglie verità al racconto.
Purtroppo la pagina non scorre e le interruzioni – si sa – costano fatica al lettore. Ci sono troppe pause, infinite prolessi che stancano. Di tutto il romanzo salviamo l’introspezione familiare acuta come non mai e i giudizi sferzanti della voce narrante quando chiama in causa il lettore. Non ci possiamo tirare indietro. La storia di Sam ci terrà incollati fino all’ultima pagina.
Ciao Dario,
a mio parere questo è il peggiore che ha scritto.
anche Juliet Naked (mi pare “tutta un’altra musica” in italiano) non mi ha esaltato, ma è almeno un mix tra “alta fedeltà” e “about a boy” inserendo alcuni elementi interessanti.
Tutto sommato il paragone tra Hornby e Volo ci stà.
Sono liberi generazionali e scorrevoli.
Il mio omonimo Volo forse presenta “situazioni” più vicine a noi, sia logistiche che sociali e culturali.
La logica conseguenza è che ci si ritrova di più.
Entrambi, cmq, fanno della musica un controno che esalta la piatanza principale… e li la mia passione personale, ed ex lavorativa, viene stuzzicata alla grande.
Di Volo quello che mi ha “preso” di più è “un posto nel mondo” che merita proprio.
Ciao Dario… alla prox!
ha hhahahaha mitico fabius! Il peggiore di Hornby per me è Non buttiamoci giù. Troppo lento.
A presto,
Dario