Fibercop si appresta a pubblicare il PIANO DI COINVESTIMENTO per aprire la porta ad altri soggetti.
Ricordiamo Fibercop: rete secondaria TIM + KKR + coinvestimento con Fastweb (segreto) + partnership con Tiscali (segreto) + 2 MoU con CDP (segreti).
Agcom ha avviato consultazione pubblica senza questi documenti.
L’Antitrust ha avviato un’indagine sul contenuto di quei documenti.
A monte, l’accordo di coinvestimento è sempre materia da antitrust in primis, va pubblicato e lasciato aperto prima durante e anche dopo se si vuole integrare la fattispecie del nuovo codice delle comunicazioni.
In tutto questo mi pare che delle procedure e delle regole ci sia una certa leggerezza interpretativa visto come sono andate altre partite importanti (due precedenti specifici: il controllo di fatto di Vivendi annullato, legge mediaset che affida ad agcom di valutare il pluralismo post sentenza che ha annullato il SIC della Legge Gasparri senza passare per la notifica EU).
(…) Nelle prossime ore tra il 28 e il 30 dicembre – Tim pubblicherà il Piano di coinvestimento aprendo la porta a qualsiasi nuovo partner sia intenzionato a partecipare. E fonti bancarie rilevano adesso che alcune società elettriche del Nord Italia hanno già manifestato il loro interesse. L’obiettivo è vendere alle famiglie e alle aziende un pacchetto unico di servizi che comprenda luce, gas e anche Internet, magari da fatturare con un’unica bolletta. I nomi delle multiutility interessate saranno comunicati solo a inizio 2021. Ma sarebbe naturale, ad esempio, se una realtà come A2a facesse il salto verso il mercato degli abbonamenti all’Internet velo- ce, forte di oltre 2 milioni di clienti tra famiglie, condomini, industrie, piccole e medie imprese, professionisti. A2a, peraltro, ha dalla sua un presidente come Marco Patuano che sa di telecomunicazioni dopo i cinque anni come amministratore delegato di Telecom Italia, dal 2011 al 2016. Il Piano di coinvestimento di FiberCop – pubblicato dunque entro quest’anno – sarà notificato all’Autorità per le Comunicazioni (l’AgCom) che valuterà se sia in linea con le norme europee. Dopo il giudizio dell’AgCom sul Piano e l’arrivo di nuovi compagni di strada, allora Tim aprirà il confronto con una seconda autorità – l’Antitrust – che i121 dicembre ha avviato un’indagine proprio su FiberCop. L’Antitrust sospetta che FiberCop, per come è strutturata e per gli accordi incrociati con soci (come Fastweb) e clienti (come Tiscali), possa generare un effetto boomerang. Se tutti i soggetti in campo hanno dato vita a un’intesa contraria alla concorrenza grazie a FiberCop, gli investimenti sull’Internet ultraveloce sarebbero ridotti e non certo incentivati.