Gentili Lettori,
ho riscontrato nella blogosfera italiana una crescente fibrillazione sull’argomento dell’uso della VoiP in mobilità su certi piani dati di Vodafone Italia, e mi sono sentito di dover commentare pi๠volte i post dei blog di Stefano Quintarelli(1, 2, 3) , e a seguire anche il blog di Guido Scorza, di Marco Pierani e Massimo Cavazzini e di Alex Longo. Ringrazio quindi tutti i blogger or ora citati per aver contribuito a fare massa critica su questo tema assolutamente cruciale nelle telecomunicazioni. Rispetto quindi la loro idea, ma mi scuserete: io ne ho una diversa.
PREMESSA IRRINUNCIABILE
La mia opinione qui rappresentata, non coinvolge in nessun caso enti – persone fisiche o giuridiche – diverse da me, Dario Denni, nè è possibile che le opinioni mie e solo mie qui espresse possano essere materiale da cui trarre alcun giudizio riconducibile ad altri. Tanto piu’ che il mio punto di vista è gia’ minoritario rispetto ai 5 blogger su citati. Dunque se ha senso un dibattito in via di botta e risposta tra blogger sul tema, beh, apriamolo senza indugio.
IL FATTO
Vodafone Italia ha pubblicato sul suo sito ufficiale delle variazioni unilaterali di contratto per quanto riguarda 16 piani tariffari di cui non garantisce pi๠(in certi orari) l’utilizzo dei dati in mobilità in relazione a determinate categorie di servizi (voip/p2p/file sharing) motivandolo come una condizione per migliorare la QoS e l’uso corretto della rete.
PRIMA REAZIONE DI STEFANO QUINTARELLI
Stefano Quintarelli ha subito urlato allo scandalo, sperando probabilmente di trovare fermenti utili a riattivare il sito di NNSQuad, il suo pensatoio sul tema della Network neutrality. Lo si percepisce da come reclama un link al blog di Marco Pierani.
(cliccare per ingrandire l’immagine)
Secondo Quintarelli Vodafone Italia starebbe violando la Network Neutrality e quindi si dovrebbe interessare della cosa, l’Autorità Antitrust. Apriti cielo…
REAZIONE DI GUIDO SCORZA
E’ stato investito dell’argomento anche l’avvocato-blogger Guido Scorza – che si è fatto forse prendere da un raptus giuridico – e allora giu’ ad elencare modi e tempi con cui VODAFONE deve comunicare correttamente agli utenti le variazioni delle condizioni generali di contratto. Davvero un ottimo suggerimento per gli avvocati di Vodafone che sapranno finalmente come ottemperare ai termini con solerzia e con dovizia di particolari (ossia, molto probabilmente, basteranno 3 righe sulla prossima bolletta).
REAZIONE DI MARCO PIERANI
Chiamato in causa dal blog di Scorza, a cascata arriva pure il post di Marco Pierani di Altroconsumo (cito Altroconsumo solo perchè Pierani stesso ha parlato dichiaratamente di un’azione che promuoverà attraverso quell’associazione di consumatori). Voglio precisare che valuto molto favorevolmente l’opinione di Pierani perchè difende i consumatori, non certo interessi di aziende. Nè è in cerca di consulenze. Per questo ho osato immaginare che fosse stato tirato per la giacca da qualcuno su questo argomento.
(cliccare per ingrandire l’immagine)
Pierani si dimostra infatti onestissimo. Ripete e condivide quello che sostiene da anni Altroconsumo sulla Net Neutrality. Per questo mi sono sentito solo di dirgli che secondo me, “la neutralità della rete resta salva se si accetta che si possa procedere ad assegnare un accesso differenziato per target e qualità del servizio. Sarà poi il provider a scegliere quale soluzione sia realmente cost effective rispetto alla tecnologia”.
Non mi ha ancora risposto…
REAZIONE DI ALEX LONGO
Non si fa attendere certo la reazione di Alex Longo – che a mio parere fa un post corretto in cui omette solo di dire che le offerte managed di Vodafone sono solo una parte, visto che restano 16 piani tariffari abilitati con cui puoi continuare a fare tutto.
REAZIONE DI MASSIMO CAVAZZINI
Ora non voglio dire che Stefano Quintarelli abbia un seguito così vasto tale da fare da cassa di risonanza in tutti questi blog, però è sicuro che anche Cavazzini condivide letteralmente il post di Stefano e quindi anche a lui rispondo che secondo me sbaglia ad ignorare che ci sono 16 piani dati ancora abilitati su tutto e forse sbaglia anche la previsione secondo cui gli heavy user migreranno ad altro operatore visto che – secondo me – sulle offerte dati non abilitate gli heavy users sarebbero andati fuori flat.
REAZIONE DI STEFANO QUINTARELLI
Siccome non ho “mollato la presa” perchè in questa storia non ci vedo chiaro, Quintarelli ha pensato bene di scrivere un post dove chiama in ballo me, in quanto segretario di un’Associazione di cui lui è stato Presidente, prima di rassegnare le dimissioni anticipate nel 2007.
Siccome le mie idee sono del tutto minoritarie, ma questo fatto non mi spaventa visto che tutte le cose nuove sono minoritarie prima di diffondersi alla massa. Beh.. sapete? Gli antichi egizi guardavano con sospetto il regolo, troppo sofisticato per costruire una piramide. Quintarelli guarda con sospetto alle offerte managed di VODAFONE.
REAZIONE DI DARIO DENNI
Scrivo dunque il mio pensiero, la mia personalissima opinione da non ricondurre assolutamente a terzi e la scrivo qui perchè non voglio che sia alterata e modificata/interpretata da terzi.
La mia opinione è che si deve anzitutto accantonare il dogma della net neutrality in senso stretto e far spazio ad una regolamentazione della service neutrality. Ciò significa che si deve poter permettere ad un provider di discriminare il traffico (tutto) con offerte managed in modo che la disponibilità di banda – specialmente dove scarseggia come le connessioni dati – non sia appannaggio di chiunque voglia per intero occuparla facendo P2P – ma del cliente che sceglie quale traffico favorire in relazione alle sue esigenze di servizi. Ciò varrebbe anche per il fisso. Tenete conto che tutto questo non è facile da teorizzare ora e su questo blog e non intendo nemmeno farlo io visto che si deve aprire prima un dibattito serio su questo argomento.
Apriamo un tavolo di confronto. Una giornata di studio sul tema.
Non dico che VODAFONE non stia violando la neutralità della rete perchè è chiaro che lo sta già facendo. Dico che se puntiamo il dito alla luna non vediamo che tutti gli altri satelliti si stanno muovendo in direzione opposta, operatori e fornitori di servizi/contenuti (a cominciare da big G).
Rimanere ancorati a posizioni del passato, non solo non ci protegge visto che non sono posizioni solidificate dalla legge – ma addirittura ci danneggia visto che il dibattito bruxellese si sta muovendo in assenza di una definizione stipulativa, universalmente accreditata di cosa sia INTERNET.
Dario DENNI
ok, adesso ho capito
per il resto, ti rispondo sul post incriminato, per non far perdere il filo a chi volesse seguire.
riguardo a nnsquad.it, hai mai notato che nel template del mio blog, mentre ci sono link esterni a decine di siti (primo in alto a destra “amointernet”), non ci sono link a nnsquad.it ?
quanti lettori ha Pierani e quanti ne ho io ? te la faccio facile, ballano due ordini di grandezza. (x100)
allora perche’ ? perche’ non lo linko sul mio blog ? perche’ non fa promozione ? ma sei sicuro che non sia promosso ? ma nei confronti di chi ?
fatti qualche domanda Orazio…
Giuseppe 🙂
Non danneggio un fico secco se la penso diversamente da te e te lo dico.
Dario
Dario,
te l’ho già chiesto e te lo ripeto: qual ਠil nesso tra la decisione di un provider di segare i servizi che vuole perchਠnon sono utili a mantenere elevati i margini (Vodafone) e il concetto di service neutrality?
scrivi “si deve poter permettere ad un provider di discriminare il traffico (tutto) con offerte managed in modo che la disponibilità di banda non sia appannaggio di chiunque voglia per intero occuparla facendo P2P ma del cliente che sceglie quale traffico favorire in relazione alle sue esigenze di servizi”… un po’ di confusione no? chi decide quale traffico ha la priorità , il provider o il cliente finale? parti dicendo che ਠil provider finisci dicendo che ਠil cliente: la ‘tua’ service neutrality da che parte sta, dal cliente o dall’isp?
perchਠnel secondo caso non c’ਠsicuramente service neutrality (che ਠla strasversalità dei servizi sulle piattaforme, imvho), e nel primo caso un bit ਠun bit, che sia un bit di una mail, voip o p2p, sempre un bit ਠquindi lato provider ਠtrasparente.
continui a tirare in ballo Google, ignorabndo che Google ha fatto una proposta per il suo interesse, non per quello degli utenti. proposta che ਠstata ampiamente e sonoramente spernacchiata. di pochi minuti fa la notizia che FCC fisserà regole chiare per arantire la net neutrality (http://www.maxkava.com/2009/09/fcc-annuncia-regole-per-la-net.html). insomma, i ‘satelliti’ che citi sono società che non hanno a cuore la net neutrality nਠla service neutrality (che, lo dico fino alla noia, non hai ancora definito quindi mi pare strano che tu la proponga come soluzione), hanno semplicemente a cuore il mantenimento del business.
@Dario, grazie ma non mi convinci, chi controlla chi supervisiona chi garantisce che offerte managed siano nell´interesse del consumatore e non nell´interesse esclusivo dell´operatore e utilizzate anche a scopi anticoncorrenziali ? A mio avviso se si apre quella porta poi può passarci di tutto e qui ci sono in gioco vari interessi primari per i consumatori, non ultimo quello di un accesso all´informazione libera, pertanto preferisco essere etremamente radicale anche se al contempo aperto al confronto, tanto che Altroconsumo chiederà alle due Autorità competenti di aprire un´indagine.
@Stefano, ok ma “l’angolo di Pierani” sta crescendo eh 😉
Avete detto tutti cose giuste ma siete accecati di demagogia con questa Net Neutrality.
Secondo me, la NN non viene meno se si consente all’operatore di gestire la rete con qualche distinguo legalmente previsto e regolato e secondo le esigenze del cliente. Quindi il principio che tutti hanno accesso a tutto senza discriminazioni ਠvalido e lo mettiamo all’articolo 1 ma si può aggiungere (come ਠgia’ avvenuto in Giappone e in Norvegia)
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However, this principle does not preclude traffic management efforts on an operator´s own
network to block activities that harm the network, comply with orders from the authorities,
ensure the quality of service for specific applications that require this, deal with special
situations of temporary network overload or prioritise traffic on an individual user´s
connection according to the user´s wishes. There must be a distinction between giving priority to traffic without the user´s consent and prioritising that is done on the user´s own Internet connection according to the user´s wishes.
Some users may need help from the provider to prioritise the traffic on their own connection
amount of traffic exceeds total capacity. In principle it is not at variance with network neutrality
when this is done for an individual user in isolation. This requires, however, that the users have a
real opportunity to choose an Internet connection without prioritising.
The methods for measures of this type shall be published and disclosed to users.
DARIO
…ਠun peccato che tu non risponda.
Massimo, credevo di averti risposto nell’inciso in inglese. Comunque per essere ancora piu’ precisi, per me deve nascere una regolamentazione virtuosa che riesca a soddisfare pienamente tutti gli interessi in gioco che solo in apparenza sono confliggenti, invece possono IMHO convivere.
– il primo di questo elenco e forse il primo per importanza deve essere l’interesse del cliente ad avere una connessione come piu’ gli aggrada a condizioni trasparenti. Se vuole lui avere una connessione che favorisce qualcosa piuttosto che un’altra…. deve essere soddisfatto!
– il secondo interesse non meno importante ਠquello dei provider che devono poter disporre – a fianco alle offerte di accesso ad Internet – anche di offerte manged che seguano da un lato le esigenze dei fornitori di servizi – e dall’altro lato che incontrino gli interessi dei clienti. Dunque come non ਠdato ad un operatore di vendere fraudolentemente un accesso parziale senza informare e magari contro il volere del cliente, deve essere data all’operatore l’opportunità di vendere – a fianco di offerte di accesso a tutto – anche offerte di accesso managed in cui si privilegia un tipo di traffico piuttosto che un altro.
– infine – e questo ਠora che lo capisci pure tu – Google e tutti i fornitori di servizi devono pagare (ed ਠgiusto che paghino) e non solo che usufruiscano di reti costosissime, costruite da altri, per veicolarci servizi. Abilitando Google ma non solo Google – chiunque venda servizi – a condizioni non discriminatorie – a pagare per veicolare i servizi piu’ velocemente, secondo me si potrebbero reperire dei fondi per migliorare le reti, costruirne di nuove e di piu’ veloci. Non va demonizzato questo interesse ma va sfruttato (pur senza ledere l’interesse del consumatore ovviamente). Io coi soldi di Google ci farei l’NGNA. Questo vi voglio far capire…
Dario Denni
dario, ma la definzio di service neutrality alla fine della fiera qual � da quello che scrivi non si capisce chi ਠche decide cosa (clioente? isp? fornitore di contenuti?).
ps: sul discorso che google debba pagare, soprassiederei. troppo lungo da spiegare qui perchਠnon può essere così…
1) Aggiungere banda costa meno che filtrare.
2) Se tu filtri io cripto, e siamo daccapo.
En passant, ci vuole una bella faccia di tolla per definire “service neutrality” un intervento arbitrario, limitativo e non richiesto dall’utente.
@MASSIMO – non serve definire nulla perchਠcome per la NN servono principi a tutela, per la service neutrality servono principi a tutela e te li ho elencati. Primum, il cliente e le sue esigenze. Poi il provider che fa la rete e infine i fornitori di servizi che se fosse realizzato il mio pensiero – concorrerebbero a fornire i fondi per infrastrutturare.
@GASPAR – in Italia aggiungere banda in termini di servizi universale ਠqualcosa di lungo (tempo) e costoso (miliardi). Visto che nemmeno lo Stato ce li ha e gli operatori si guardano bene da mettere soldi a rischio (considerato anche che non li hanno da buttare e che gli incumbent di tutto i ll mondo sono indebitati fino al collo) se si creasse un virtuosismo come auspico, ci guadagnerebbero tutti. Poi non c’ਠda filtrare nulla se ਠl’utente che sceglie che tipo di accesso vuole non dovra’ criptare alcunche’. Non ce ne sarebbe bisogno IMHO.
@dario: tu scrivi “La mia opinione ਠche si deve anzitutto accantonare il dogma della net neutrality in senso stretto e far spazio ad una regolamentazione della service neutrality.”. Poi però non la sai definire, cos’ਠsta service neutrality… come fai a chioedere di ‘far spazio alla service neutrality’ se prima non la definisci? “Il cliente e le sue esigenze” ਠil driver? Bene, allora il 95% delle argomentaziomni lette qui sono a sostengo delle esigenze commerciali dei fornitori, non dei clienti… un cortocircuito.
@Massimo – una definizione di service neutrality ancora non c’ਠ(come non c’ਠuna nਠuna sola definizione di Internet nਠdi banda larga nਠdi network neutrality). Questa non ਠuna scappatoia. Io ce l’ho la mia idea di service neutrality ma serve – come ti ho scritto – una giornata di studio sul tema. Il tempo ci farà capire che difendere la neutralità della rete in maniera aprioristica non ci porta da nessuna parte. Comunque il traffico managed può incontrare l’interesse del consumatore ad avere certi servizi che effettivamente usa, a qualità migliore e certi che non usa esclusi o degradati. Torno a dirti che se ci scambiamo commenti sui blog non si fa mai giorno. A Bruxelles stanno gia’ molto piu’ avanti di noi.
Mi si sono aperti gli occhi, grazie