Si è aperto il dibattito sulla nostra Costituzione e mi viene in mente il mio professore di Diritto Romano che vantava tanto la Costituzione del Brasile per l’azione popolare, pensate un po’. Si tratta di un istituto arcaico che ancora oggi sopravvive in due o tre Paesi al mondo e che apre la via alla tutela paesaggistica da parte dei privati cittadini. I Romani – non c’è da stupirsi – avevano già inventato tanti secoli fa una soluzione del genere, ma qui da noi non è pervenuta alcuna traccia. I nostri Padri costituenti erano tutti presi con la famiglia (che già oggi non c’è piu’), con i diritti umani (che sono violati in tutto il mondo), con la costruzione stessa della Repubblica, che non era proprio una cosa da poco, lo capisco, introdurre anche un’azione popolare. Era necessario inventarsi le Province, poverini… cosa ne sapevano che a distanza di qualche lustro non sarebbero piu’ servite?
Ecco. Le esigenze moderne sono ben altre e questo si sa. Si dice spesso che l’impresa è da sostenere. L’impresa di solito fa profitti e distribuisce dividendi, ma paga anche i salari ai dipendenti, non ve lo dimenticate mai. E badate bene che fin qui ci arriva anche la nostra Costituzione – diciamo – che tutela appunto la libertà d’impresa. Manca però un’azione popolare. Ma che bel problema che vi pongo oggi, eh? Beh, intanto vi dico che è vero che manca in Italia, ma se manca in Italia, manca anche in altri ordinamenti giuridici e quindi oggi che il caso diBP ed il disastro ambientale nel Golfo del Messico offrirebbero spunti sufficienti per esperire azioni su azioni, e tra queste, o forse l’utima di queste, dovrebbe essere proprio un’azione popolare, mi viene in mente che se fosse successo da noi lo stesso disastro ambientale, sicuramente avrebbe invaso l’intero bacino del Mediterraneo, da Civitavecchia a Olbia, da Palermo a Livorno e io mi sarei sentito danneggiato, tremendamente danneggiato per quanto accaduto. E vivo in Italia e non ho uno strumento per difendermi.
C’è una generazione di giuristi eruditi che si è formata su ipotesi di scuola come queste. Potrebbe essere il caso di ascoltare cosa hanno da proporre. Chissa’ che non si trovi il modo giusto di avvicinare il dettato costituzionale alla mutata realtà dei fatti.