il ricordo di Dario Denni
(Disclaimer per giornalisti: vietato scopiazzare. Questo ricordo è mio, non potete rubarmelo)
Ora tocca a me ricordare Enzo Biagi.
Avevo 10 anni quando un pomeriggio d’estate mia madre mi ha spedito a buttar via la spazzatura.
Il cassonetto era verde, di plastica, maleodorante.
Ho fatto un gesto acrobatico per lanciare il sacco nero, con il rischio di finire io stesso fagocitato al suo interno.
Il sacco di plastica si è lacerato e in mezzo alle bucce di banana ed ai barattoli di salsa di pomodoro, è tornato alla luce davanti ai miei occhi un libro con la copertina grigia. Unto.
Era un libro che denunciava la supponenza di chi inzia il discorso dicendo “Come lei sa”.
Non lo trovo pi๠nemmeno su Wikipedia.
Perchè vedete, c’è stato un periodo nella vita di Enzo Biagi in cui scriveva pi๠libri che articoli di giornale.
Erano tutti best sellers.
E c’è stato un periodo della mia vita in cui qualcuno credeva che fossimo degli appassionati lettori di Enzo Biagi e ci arrivavano a casa decine di copie dei suoi scritti.
Era peggio del polpettone che ogni anno ci cucina Vespa in libreria.
Pensavo che Edizioni Rai fosse parte di una specie di catena di Sant’Antonio. Invincibile.
Alla fine, come vedete, questi libri erano come dei boomerang. Non riuscivamo a liberarcene. Ci tornavano indietro come la maschera di Jim Carrey in The Mask.
Alla fine, ho raccolto il libro da terra, davanti al cassonetto puzzolente.
L’ho pulito dalla buccia di banana e dai fondi del caffè.
E l’ho riportato a casa. Pochi anni dopo me lo sono letto.
Che cosa voglio dire? La verità , cioè che continuo a non apprezzare gli scritti di Biagi.
Non comprero’ ora i suoi libri, come fanno molti italiani presi da un riconoscimento post mortem che spetta solo ad Aiace (deposizione delle armi sulla tomba) e a Pavarotti (The best of Pavarotti collection).
Biagi ovviamente era molto di pià¹.
L’ho apprezzato molto alla conduzione de ‘Il Fatto’.
Ne discutevo con il mio professore di Filosofia al liceo. Copiavo le sue idee nei compiti in classe.
Io dicevo che Biagi mi insegnava a parlare.
Il mio professore sosteneva che era solo un ‘Ingenuo Utopista’.
E poi dovete sapere che c’è stato un solo programma che ha unito i gusti televisivi di me e di mio padre e quel programma è proprio “Il Fatto”.
“Daaario!! Inizia “Il Fatto”. Diceva mio padre. E io correvo da lui a vederlo.
Era una splendida occasione per discutere di tematiche di attualità .
Mi manca.
Mi mancava allora. Mi manca anche adesso.
Grazie Enzo Biagi.
Non ti dimenticherò.