di Dario Denni
È il nuovo miracolo italiano e ce lo hanno dato per certo: la fibra ottica fino a casa ce la porterà Enel, un operatore attivo nel mercato elettrico che dovendo cambiare i contatori ormai obsoleti nelle case degli italiani, potrebbe nel mentre approfittare per cablare gli appartamenti con un cavo ottico che poi dovrebbe essere messo a disposizione degli operatori telefonici affinché lo attivino con gli apparati che consentono il trasporto dei dati.
Internet ultraveloce, in pratica, di viene scodellato sul piatto con una ricetta davvero unica, una furbata italiana, una bischerata fiorentina che però dovrebbe farci recuperare posizioni nel digitale, un settore dove arranchiamo da anni e con fatica.
Orbene, io sono uno di quelli che ha creduto a tutti i piani governativi per la banda larga degli ultimi dieci anni, non vedo perché proprio adesso debba essere scettico solo perchè Matteo Renzi ha deciso di affidare ad Enel (un operatore del mercato elettrico) quello che nessun operatore telefonico è in grado, o vuole, o può fare.
È chiaro che se ha deciso, il premier non deve dare spiegazioni a nessuno, di certo non a me: può farlo. Prova ne sia l’esercizio di potere che ha prodotto come effetto la promozione a Gran Consigliere di Franco Bassanini (che sia stata, invece, una cacciata?). Ebbene oggi, se Metroweb deve andare a fare un accordo con Telecom Italia, chiama i rappresentanti dei suoi maggiori azionisti e li manda a Parigi a parlare con Vivendi. È un segno dei tempi anche questo!
Dunque perché adesso Matteo Renzi deve perdere tempo a ricevere a Palazzo Chigi Vittorio Colao di Vodafone? Che gli deve dire? In cosa si deve legittimare? Che tipo di rassicurazioni vuole? I giornalisti dicono che se poi gli operatori non comprano la fibra spenta da Enel, è inutile che Starace si arrovelli la testa e il bilancio a scavare. Facezie.
Questi accordi non si fanno con in gioco il rischio degli altri: Renzi può avere tutte le rassicurazioni o raccogliere tutti i dubbi possibili, l’appoggio politico con i debiti degli altri conta molto poco. Anche per questo, probabilmente, Telecom Italia non si è fatta avvelenare dalle ricette del nuovo ”cuoco” di Farinetti quando gli proponeva di accordarsi con Metroweb e conferire la rete in rame in una società dove non avrebbe mantenuto la quota di controllo.
C’è ed è evidente qualcosa che la politica non ha capito: il ritardo infrastrutturale italiano non si colma con le furbate. Ho il sentore, stavolta, che la strada intrapresa ci porterà a perdere ancora una volta e sempre di più al controllo della rete, rendendo incerto ogni recupero sul fronte dell’infrastrutturazione ottica del nostro Paese.