STARTUP, EGOV, CLOUD] 14 Marzo 2013 – Oggi ho avuto un incontro interessante con gli amici di Italia Protagonista su startup innovative, sviluppo servizi di e-gov e cloud.
Nel mio intervento ho detto che esiste, ed è evidente un problema culturale: in America un fallito è una persona che ci ha provato. In Italia no perchè c’è disdoro sociale. E’ vero anche che all’estero le startup sono facilitate in tutti i modi: dalla formazione alla ricerca di capitali, dalla semplicità di costituzione fino alla fiscalità di vantaggio. In Italia abbiamo mosso pochi piccoli passi. Dobbiamo evitare però di pensare di poter fare tutto da soli. Parlare con gli altri, confrontarsi con gli esperti e non essere invidiosi della propria idea aiuta a crescere.
La startup che ha successo è molto spesso fatta con gli amici condividendo un progetto concreto. La grande disoccupazione giovanile ha portato molti giovani a muovere passi imprenditoriali a volte improvvisati su questo terreno. Non è affatto facile, è vero. Resta importante essere umili, accettare consigli, chiedere ad acceleratori ed a incubatori aiuto. Se un’idea è irresistibile nessuno potrà fermarla.
Non dobbiamo però buttarci giu’. In Italia abbiamo due cellulari in tasca ma siamo ancora il Paese con scarsa penetrazione della larga banda. A volte dipende da noi, a volte dai decisori. In Italia, per tirarci ancora su di morale, abbiamo molti giovani impegnati nell’innovazione. Certamente qualcuno ha ottenuto anche riconoscimenti internazionali. Ad esempio l’applicazione italiana premiata da Samsung che però fu fermata perché violava i diritti di Google. Certamente un caso di successo ma anche un caso emblematico di quanti altri problemi si possono trovare lungo il cammino. Ad esempio la tutela del diritto d’autore e della privacy. Dei brevetti degli altri. E’ importantissimo quindi crescere in un ecosistema che sappia valorizzare le competenze di tutti i partecipanti alla startup fin dai primi passi.
Anche i decisori devono fare di piu’. In Italia ci siamo dotati di un’Agenzia Digitale guidata da Agostino Ragosa. Avrà il compito di digitalizzare la pubblica amministrazione, di renderla smart, intelligente, interoperabile e capace di fornire servizi veri, utili, trasparenti, efficienti alle famiglie ed alle aziende. Detto questo è importante che anche la politica, italiana ed europea, faccia la sua parte. Quando vogliamo piu’ trasparenza dalle pubbliche amministrazioni chiediamo questo. In Europa abbiamo Commissari che twittano con i cittadini, che pubblicano i discorsi aprendoli al dialogo. Il cittadino non commenta piu’ solamente un post di un blog, ma ha accesso a una serie di strumenti anche sociali, per condividere, commentare, proporre, discutere, votare. E’ importante che lo sviluppo della democrazia elettronica sia progressivo ed omogeneo partendo da alcuni passi strategici che inevitabilmente si debbono compiere a partire dai servizi pubblici. Qualcosa anche qui stiamo facendo con le dichiarazioni dei redditi, i CUD e le iscrizioni scolastiche. Certo è ancora poco ma è sicuramente un fatto positivo che il pachidermico apparato pubblico non sia totalmente fermo, inchiodato alla carta.
Si dice spesso che si pensano regole per ferrare i cavalli in epoca di automobili. Vero. Ci sono normative antistoriche e del tutto chiuse al futuro. Ma questo non significa che vogliamo assenza di regole. Le leggi servono e vanno fatte rispettare. Ciò di cui non abbiamo davvero bisogno, specialmente adesso è di essere paralizzati da normative eterogenee, sbagliate, contraddittorie e inadeguate ad inseguire un mondo che cambia.